Gatto

Sono micia assai carina
cipria, trucco, borsettina.
Tacchi alti alle zampette
minigonne strette strette!

Sono pronta, tutta in tiro
ad andarmene un po’ in giro.
I micioni dietro a me
tutti in fila a tre per tre.

I micetti con la bava
ad aizzarli sono brava!
Se mi struscio sul mobilio
io li mando in visibilio.

Se cammino sculettando,
uno sviene di quando in quando.
Ad un battito di ciglia
si scatena un parapiglia.

La fedeltà per me è opzione,
se le dan di santa ragione.
Una zuffa furibonda
come in mare, un’alta onda.

Avvinghiati, lottatori
fango, erba, cattivi odori.
A rotolarsi son capaci
pieni pieni di pappataci.

Acrobazie ardimentose
queste zuffe spaventose!
Stanno in bilico sui cornicioni
pisciatine sui portoni.

Un profumo accattivante
una puzza nauseante!
E son lì tutti in fila
uno, nessuno, centomila.

 Eh, non son Bocca di rosa,
che era mooolto generosa!
Il maschietto non disdegno
ma suvvia un po’ di contegno.

Son pur sempre una signora
non si ama ad ogni ora!
Si rincorrono sui tetti
questi gatti maledetti!

Tutto questo a notte fonda
più ammirata della Gioconda.
Ma al mattino, un po’ assonnata
per la notte movimentata,
torno a casa mesta mesta,
la padrona mi fa festa.

Mi chiama puzzolente
mi controlla con la lente,
poi mi abbraccia e mi dà baci,
alla faccia dei gattacci!

Che malconci e incerottati
tornano a casa sfiduciati.
Vanno lì a farsi vedere
…..presi a calci nel sedere!

Mangio, e poi mi mette a nanna
sul divano color panna.
Io che sono assai furbina
sulla sua mano, una leccatina,
per ruffianarmi meglio,
e .. altre coccole al risveglio!

Ecco arriva il bel momento
con il mio portamento,
testa alta, coda ditta
ecco, pronta per l’uscita!

La padrona si avvicina,
baci alla sua gattina.
Che veloce se ne va
per le vie della città.

Lei che dice alle mie orecchie
cose nuove e cose vecchie.
Ma non so perché ogni sera
lei mi chiama “Currillera”!

Rita Meleddu